
Tutti ormai ne hanno almeno una: l'e-mail è diventata in pochi anni un essenziale strumento di lavoro. Nessuno, però, si è mai chiesto che fine fanno i nostri messaggi una volta consegnati al provider? Qual'è la differenza tra caselle "a pagamento" e gratuite? E, soprattutto, perchè alcuni provider si fanno pagare per un servizio che altri offrono gratuitamente o a cifre veramente ridicole?
Cerchiamo di distinguere le varie tipologie di servizi:
- Servizi gratuiti: forniti da Google (con Gmail), Libero, Telecom Italia, ecc...
- Servizi a pagamento: forniti da piccoli/medi/grandi provider
- Servizi "fai da te": forniti dagli utenti stessi (quelli più smanettoni) che hanno la possibilità di avere in casa un server di posta.
X utilizza una servizio gratuito, Y utilizza un servizio a pagamento: i due si scambiano quotidianamente una media di N messaggi.
Un bel giorno l'incantesimo si spezza e cominciano i problemi: le e-mail non arrivano a destinazione. Cosa è successo?
Y chiama il suo fornitore del servizio e-mail il quale, essendo obbligato a rispondere al telefono e a tenere traccia delle e-mail che partono ed arrivano sui propri server, gli fornisce tutte le informazioni del caso: orario e data di spedizione o arrivo del messaggio, consegna al server del destinatario o alla casella del cliente, ecc...
X, invece, dopo una lunga attesa al telefono riceve la confortante notizia, da un risponditore automatico, che i server di posta del suo provider da qualche giorno non ne vogliono proprio sapere di funzionare... e siccome il servizio e gratuito, rispondere al telefono è un optional.
L'esempio, posto intenzionalmente con tono provocatorio, non si discosta molto dalla realtà delle cose.
Nel prossimo capitolo parleremo dei filtri antispam e di come vengono gestiti dai vari provider.